Con queste righe rendo omaggio ad una delle più brillanti tra le nostre nemiche, spinto da uno spontaneo sentimento di ammirazione per le sue non comuni capacità letterarie e dialettiche, per l’energia e l’entusiasmo con i quali conduce la sua battaglia contro di noi (e contro quelli che – a suo parere – ci somigliano).
Anzi, mi accingo a dirne così bene che le mie parole potranno suonare o beffarde, come se la volessi canzonare, o, viceversa, come un ingenuo tentativo di ingraziarmela. Una forma larvata di corteggiamento.
Vedete bene che non è il caso…
D’altra parte, il fatto che ci voglia tutti silenti, ammanettati e impotenti non ci impedisce di riconoscere le ammirevoli doti e la straordinaria energia di questa magnifica combattente.
Preparata e informatissima, non vi è quasi avvenimento e presa di posizione riportati dai media che sfuggano alla sua attenzione e per i quali non abbia pronto un commento tanto acuto quanto perentorio, una acuminata controdeduzione, un aforisma contundente, una formula liquidatoria.
Provetta nel modulare i registri del sarcasmo, possiede una miniera di aggettivi, di forme retoriche e di tecniche polemiche che maneggia con invidiabile maestria. Dotata di una vitalità che si direbbe mascolina (se ciò non la offendesse) si prodiga senza sosta nell’impegno quotidiano di bombardare i nemici, scovare le spie, bastonare i critici, e al tempo stesso, rincuorare le incerte e rassicurare le dubbiose.
Non vi è legge o sentenza, atto o fatto, verbo o pensiero, in cui non veda i risvolti antifemminili (che spesso a noi, misogini incancreniti, sfuggono inevitabilmente). Non vi è atteggiamento o iniziativa di cui non noti l’origine patriarcale, non vi è parola maschile dietro la quale non riesca a leggere, con analisi spesso sorprendenti, la volontà fallocratica di dominio e di sopraffazione.
Certo, essa gode di un fondamentale vantaggio su di noi: la certezza assoluta di combattere dalla parte del Bene e per il Bene. Su ciò non ha dubbi ed è questo suo candore, questa sua giovanile ingenuità a renderla simpatica. Lei combatte per la giustizia, noi per la sopraffazione; lei per il rispetto, noi per il sopruso; lei per la vita, noi per la morte. Lei mossa dall’amore, noi agitati dall’odio.
Che invidia! Come sarebbe bello poter lottare per il Bene anziché per il Male, stare dalla parte delle vittime anziché dei carnefici. Quanto sarebbe bello esser nati innocenti, come le femmine, anziché colpevoli, come, meritatamente, ci è accaduto.
Si fa chiamare Fikasicula* (dove la K – se non intendo male – significa che ce l’ha dura. E si vede). Da sola esprime la potenza di fuoco di un’intera squadra navale. Circondata da un mondo di nemici disposti a tutto (quorum nos), indomita e intrepida combatte senza tregua e senza paura la sua guerra quotidiana contro il Male.
A questa grande combattente e formidabile polemista, a questa innocente creatura, un felice e sincero complimento: chapeau!
RDV
(* Fikasicula sarebbe un nome collettivo, ma qui ho finto diversamente).