“Donna ad honorem” …?

05/10/2010

Ricevo questa email dal sito U3 e con il consenso dell’autrice la pubblico.

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Caro Direttore,
sono ancora io a scrivervi, una donna dalla vostra parte.
Sabato scorso, durante la trasmissione di Fazio, ho assistito all'ennesima becera rappresentazione di luoghi comuni contro il maschile. Mi è dispiaciuto vederla portare avanti da uno stimato uomo di scienza come il Prof. Umberto Veronesi, che non ha bisogno di presentazioni.
Le segnalo qui il link dell'intervento, così potrà fare le Sue considerazioni.

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-96054b91-c8b1-428d-92 09-ce703e63dd3a-ctcf.html?p=0#

Come è possibile dare voce a un sessismo razzista e superficiale, che se solo fosse stato esternato al contrario avrebbe provocato polemiche e indignazione ma, siccome pronunciato da un uomo contro il suo stesso sesso, ha suscitato simpatie?
Perchè asserire che le donne sono migliori degli uomini quando non hanno mai preso parte alla Storia in quanto impossibilitate?

Ora che le donne stanno - e aggiungo giustamente - conquistando posizioni importanti in sempre più larga percentuale, mi sembra sia quotidianamente dimostrato come per aggressività, ingiustizia, soprusi e nefandezze possano essere esattamente come gli uomini! Abbiamo visto tutti la foto della soldatessa di Guantanamo mentre umiliava un detenuto; ma abbiamo davvero bisogno di sottolineare queste cose, ancora una volta?

L'evoluzione interiore e la grandezza di un animo non sono determinate dal sesso.
E poi: giusto mettere in guardia contro l'aggressività come valore negativo in un mondo che - ma è vero? - si sta sempre più orientando verso un confronto civile. Ma non dimentichiamo che esiste un'aggressività positiva, nel senso etimologico del suo significato di "andare verso" che fa ancora parte, per fortuna, dell'essenza maschile e che favorisce la capacità per tutti i sessi di andare nel mondo.

Se il Prof. Veronesi si compiace di essere stato nominato "donna ad honorem" e pensa che le donne siano migliori perché non hanno ancora prodotto una "Stalinessa", forse ha un problema serio con la sua indentità maschile e ha solo idealizzato la figura della Donna.

Quello a cui sono stanca di assistere è la parata di beceri luoghi comuni antimaschili che sviliscono il Maschio nella sua giusta identità, svuotandone il valore a favore di una tendenza acritica verso i valori femminili.

Quando il Prof. Veronesi dichiara di stimare le donne in quanto più sincere e forti nel dolore, non deve tralasciare i fattori biologico/culturali che in noi favoriscono da sempre una naturale connessione con le emozioni e con il corpo. Non sempe, quindi, si tratta di libera scelta o personale evoluzione di pensiero quanto di una propensione innata. Ma non farei l'errore di dichiarare le donne per questo migliori degli uomini, nè peggiori. Siamo diversi e mi piacerebbe che questa diversità smetta di essere contrapposizione per diventare una risorsa al servizio del benessere umano e sociale.

Buon lavoro,

Rossella Gioia