E così, come previsto, la legge del c.d. “omicidio stradale” sta andando in porto. Essa trasforma l’omicidio colposo (= non voluto) in omicidio para-volontario con carcere fino a 10 anni.
Dopo varie stagioni di campagne criminalizzatrici degli investitori, tutti qualificati dai media come “ubriachi” (mandati in rovina con relativi suicidi – l’ultimo a Macerata due mesi fa) altre manette ed altri nodi scorsoi si preparano per i maschi. Solo per i maschi? Sì.
Chi metterà in prigione una investitrice con prole?
Chi manderà in galera la 50enne perché uno sconsiderato ha attraversato senza guardare?
Chi chiuderà una ventenne distratta a macerare tra le sbarre per 10 anni?
Chi metterà dentro la nonna dai riflessi rallentati?
E quale di essa si suiciderà per così poco? Solo per aver perso il lavoro e castrate le relazioni sociali? Solo per essere andata in rovina? Lei no, perché questo certamente non basta a rovinarla.
e allora chi?
Chi si porrà invece qualche problema nel mandare a marcire il maschio colpevole di non aver evitato l’inevitabile?
Chi si farà dei riguardi nel rovinare il più scrupoloso, il più prudente, il più ligio dei guidatori per non aver evitato il pedone invisibile nella nebbia?
Chi si curerà del fatto che abbia figli o meno?
A chi importerà qualcosa se un altro maschio innocente andrà all’inferno nell’Aldilà o nell’Aldiqua?
Già ora, chi si cura dei 60 suicidi (andati a buon fine…) e dei 500 tentati ogni anno nelle galere maschili?
Chi si darà pensiero delle altre migliaia di cittadini probi e perfetti, compresi i “mai una multa”, che finiranno nella Gehenna?
Sicurismo: altro fronte della guerra antiuomo, giacché ogni repressione è – necessariamente – antimaschile.
Ebbene sì: ancora una volta i maschi voteranno per garantirsi un viaggio all’inferno. Andata e ritorno. O solo andata.