Sentenze esemplari

26/02/2014

Lancia un gatto contro un muro: un anno di galera

Cattura un cinghiale di frodo: 30.000 € di multa

Psicopatico uccide la moglie: psichiatri sotto processo

Crolli del terremoto in Emilia: 40 in tribunale

Non hanno previsto il terremoto dell’Aquila: 6 anni di carcere

Muore sotto la roccia caduta: sindaco e tecnici condannati per omicidio

Il gatto   Il cinghiale   Il matto  Emilia   L’Aquila  Il crollo

L’errore, la conoscenza imperfetta sono diventate un crimine.

I maschi sanno tutto ma fingono di non sapere nulla, possono prevedere e provvedere a tutto ma non prevedono e non provvedono a niente, possono intervenire sempre ma non intervengono mai. Sanno cosa devono fare ma non lo fanno: se ne fregano. E’ giusto punirli duramente.

L’eccesso e la responsabilità involontaria non esistono. Esistono l’egoismo e il menefreghismo, la volontà maschile di nuocere, il sadismo del fallo violatore. Il dolo è conclamato.  Va punito duramente.

Ogni giorno, qui e altrove, “sentenze esemplari” volte all’insegnamento, alla rieducazione.

Prigione

E infatti sono davvero istruttive, luminosamente chiare, ma i destinatari non vedono e non comprendono. Al contrario: plaudono alla repressione presente e altra ne invocano: “E’ ora che i responsabili paghino! E che paghino duramente! Che marciscano in galera! E’ ora!”.

Orbati, non vedono che solo essi sono responsabili, solo essi  rispondono di ciò che fanno e di ciò che non fanno.

Non vedono che la repressione va solo contro di loro, che il forcaiolismo sicurista impicca solo i maschi e che perciò stanno invocando il capestro contro se stessi.

Ma forse è davvero necessario che siano duramente puniti e che a punirli siano le femmine – mai colpevoli e mai responsabili – entrate finalmente nei tribunali a fare giustizia.

Quando saranno in rovina a milioni, allora, forse, gli sciagurati capiranno.


Amiamoci …e partite

23/02/2014

Prima donna a capo del Ministero della Difesa

PinottiMin

Cosa ci fa una femmina a capo dell’Esercito?

Se il maschio è  guerra, violenza, morte, odio e la femmina pace, accoglienza, vita e amore, che ci fa lassù?

E’ là – posizione conquistata sul campo di battaglia  – per benedire gli uomini che vanno ad uccidere e a morire.

Amiamoci e partite


Il sistema o le persone?

08/02/2014

Continuo a rubacchiare dal sito UominiBeta, perché questa refurtiva è troppo ghiotta. Un intervento di A.Ermini ed uno di C. Brivio. Le sottolineature sono mie. 

 

complotto

Regia o meccanismo automatico?

Regia o meccanismo automatico? La risposta non può essere semplice, oggi. Qualche decennio orsono forse si.

Piuttosto mi sembra necessariamente ambigua. Seguendo un ragionamento di Preve (ma prima di lui anche Cesarano e Camatte, due altri marxisti che ragionano col proprio cervello) che a me convince, il Capitale si è “autonomizzato” ovvero non ha più bisogno di una classe che lo rappresenti nella sua interezza, ossia nella sfera economica, in quella sociale e in quella culturale (non ne faccio una questione di priorità o di struttura/sovrastruttura perché detta cosi è una semplificazione meccanicista).

Quella classe era la borghesia, il cui logico e necessitato contraltare era il proletariato industriale. Oggi lo scenario è mutato profondamente. La borghesia come classe “per sè” ossia dotata di una coscienza e di un sistema di valori suo proprio (come era un tempo), non esiste più. E con la borghesia non esiste più, come classe per sè, neanche il proletariato industriale.

Esistono, certo, i ricchi e i poveri, gli sfruttatori e gli sfruttati, ma ciò non basta a connotare una classe. Né per sè, né in sè. Non è un paradosso. Il capitale ha in certo senso socializzato la proprietà dei mezzi di produzione. Non più la grande impresa di famiglia (borghese), ma le infinitamente più potenti corporation, il cui pacchetto d’azioni è posseduto a sua volta da altre aziende, fondi d’investimento etc. etc, infine spezzettato anche in una miriade di soggetti privati, in un intreccio di difficile dipanazione.

Certo, tutto dipende dal controllo e dalla catena di comando, ma a rigore il grande potente manager non può essere considerato un borghese tout court, ma semmai un alto e ben remunerato funzionario del capitale. E se ciò è vero dal punto di vista della proprietà , ancor più lo è dal punto di vista culturale. Un borghese di cinquant’anni orsono non avrebbe mai aderito alla teoria Gender.

Una regia quindi esiste, ma è la regia non dell’autore del film bensì di un dipendente dell’autore, che è impersonale. Particolare non da poco perché significa in realtà che esiste una rete di soggetti che retecomplex“spontaneamente” convergono e diffondono la visione del mondo del capitale. Lo stesso vale per la pianificazione, che esiste come elemento impersonale e non come un gruppetto di persone che a tavolino danno ordini.

Neanche la massoneria internazionale, che pure esiste con le sue potenti organizzazioni e col suo appoggio al femminismo e quant’altro, ce la vedo come pianificatrice al modo dei piani di sviluppo quinquennali sovietici. Non c’è più bisogno di ciò. Ciò che deve essere fatto lo si respira nell’aria, lo si capta spontaneamente e ci si adegua.

Come giustamente nota spesso Fabrizio (Marchi ndr), il capitale ha per così dire affidato a questa sinistra il fondamentale compito di veicolare la sua visione del mondo sul piano culturale, lasciando alla destra così detta moderna il compito di “coprirlo” sul lato economico.

Ciò che (ancora) non riesco a vedere con un minimo di chiarezza quale sarebbe, in conseguenza a quanto sopra, il soggetto (o i soggetti) “antagonista” per eccellenza. Forse lo sospetto, almeno come deduzione. Ma proprio perchè è solo una deduzione, non lo dico fino a che non darà dimostrazione di essere vivo.
A. Ermini

Ma il nemico è ben individuato: il maschio-padre

di C. Brivio

nemicobiettivo

A. E.: “…non riesco a intravvedere alcun antagonista”.
Però una cosa è chiara: il “sistema” ha individuato e indicato con chiarezza i suoi nemici. E sono i padri e i maschi. I padri per la loro sostanziale estraneità alla moralità consumistica, i maschi per l’istinto e la propensione al dono che ne ha fatto costruttori di civiltà e quindi una presenza creatrice di realtà alternative.

Come minaccia basta e avanza ad un dominio che crea squilibri ormai ingestibili e cerca disperatamente e a qualunque costo un equilibrio. Il carattere antidemocratico di questa azione ha avuto plateale conferma in Francia dove il popolo ha sfilato per le strade contro i suoi stessi eletti costringendo il governo a ritirare il suo programma di educazione al gender in tutte le scuole. In altre aree, non sono assemblee parlamentari ignoranti e corrotte a dare corpo al progetto di decostruzione del paterno, del maschile e dell’umano.

Ma sono i voli dei “Predator” premessa per l’introduzione della ideologia gender e l’attacco alla paternità ed alla maschilità che ne consegue. Oppure sono i documenti delle agenzie internazionali come l’ONU che nel suo recentissimo documento di attacco ai cattolici e al cattolicesimo, pur trattando di famiglia, di vita nascente, di educazione dei figli e dei giovani, attribuisce ai padri un ruolo di assoluta irrilevanza al punto che non li cita una sola volta.

Dunque i nemici sono stati dichiarati ed attaccati in una guerra antipaterna, antimaschile ed antiumana in cui l’attaccante accetterà solo una resa senza condizioni e non intende fare prigionieri. Vedremo se chi è stato individuato come corpo estraneo alla società futura e da annientare avrà il coraggio di aprire gli occhi e reagirà oppure accetterà il dolore di vivere senza anima, identità e volto.

C. Brivio


Autopsia

07/02/2014

Rubo dai commenti di UominiBeta questo intervento definitivo di A. Ermini.

Credo che ormai, anche per i più scettici, sia chiaro il quadro di guerra culturale totale prima, e poi politica e legislativa, in cui siamo totalmente immersi.

Né, sui temi antropologici, sono possibili o auspicabili mediazioni di sorta. Primo, perché sono intrinsecamente impossibili: o si crede alla teoria del Gender, o non ci si crede. O si crede che maschio e femmina e padre e madre fondino il loro esser tali sulla biologia dei corpi (pur con tutte le variazioni sul tema dovuti all’innesto della cultura), oppure che il corpo sia solo un “accidente” casuale e che la psiche ne sia del tutto scissa (questo è il Gender).

Rinunciare ad esprimere e a far valere in ogni sede il valore e l’importanza della differenza sessuale (il che non implica differenze di fronte alla legge) , significa solo un cedimento mortale ai sostenitori della tesi opposta. Un cedimento sul piano simbolico porta inevitabilmente a cedimenti clamorosi anche su quelli legislativi.
Secondo, perché quantunque i genderisti non osino ancora esplicitare fino in fondo il loro pensiero per motivi di opportunismo, è del tutto evidente che non si fermeranno mai e poi mai. Ogni vittoria sarà la piattaforma per una battaglia ulteriore, avendone creato le premesse.
Centrale strategica del disegno (che Cesare, a buon diritto per un credente, definisce satanico, ma che è disegno perverso anche agli occhi di un non credente che non abbia ancora rinunciato a quella forma alta di ragione espressa ad esempio da Aristotele, non parziale e non puramente calcolante,) è l’ONU con tutte le sue agenzie egemonizzate dal femminismo.

Sotto la balla della parità e della nuova religione dei “diritti umani e sessuali”, Onu e compagnia vogliono contrabbandare l’omologazione universale degli individui, che in tal modo (diventati senza storia, senza identità e persino senza corpo, e non è un paradosso se il corpo nulla conta se non come mezzo di piacere) sono perfettamente e integralmente manipolabili e influenzabili. Da chi?

Sarebbe limitativo dire dal femminismo, perché esso in realtà è niente di più né di meno che la longa manus dei poteri finanziari internazionali che governano il mondo a spregio di ogni principio democratico; anche nei paesi “formalmente” democratici. L’appoggio esplicito delle multinazionali al gender, ai matrimoni gay etc, etc. ne è la prova provata. E non è solo per interesse economico di breve periodo (leggasi target di mercato).

L’interesse economico c’è, naturalmente, ma proiettato nel lungo periodo e mediato necessariamente da un passaggio culturale “rivoluzionario”. Tale sarà quello per il quale la vita stessa, dal suo concepimento alla sua fine, sarà del tutto entrata entro il dominio del capitale, o per dirla in altre parole sarà diventata una espressione particolare della forma merce astratta. Forma particolare ma fondamentale e definitiva perché oltre ad essa non ci sarà più nulla da conquistare e la colonizzaione del mondo compiuta.

Quando l’opinione pubblica si sarà abituata a considerare tutto ciò come un fatto normale, o di cui magare anche discutere amabilmente , ma solo perché pone “problemi e sfide etiche inedite”, e comunque dopo aver risolto i problemi economico/salariali, il gioco sarà fatto, e il Capitale avrà vinto.

E il bello è che avrà vinto per aver arruolato fra le propie file gli ex nemici mortali i quali, poveri illusi stupidi o in malafede e non so cosa sia peggio, credono di essere gli alfieri della liberazione dell’umanità dai dogmi oscurantisti dei reazionari di varia specie.

La strategia comunicativa per far passare queste concezioni del gender fu chiaramente delineata nel 2002 da Paul E. Rondeau in un articolo (Selling Homosexuality to America) scritto per una rivista di studi giuridici (Regent University Law Review. Virginia 2002) .
Si fonda su tre fasi precise:

a) Desensibilizzazione, ossia inondazione della società di messaggi e modelli gender fino a renderli “noiosi”.  L’opinione pubblica si abituerà a considerarli normali senza rendersi conto del cambiamento.

b) Bloccaggio. Censura preventiva di ogni obiezione da classificare come discriminatoria, oscurantista, bigotta e così via. Scrive Rondeau.

c) Conversione. La maggior parte della popolazione finirà per accettare l’ideologia gender e le sue ricadute pratiche e di costume.

E voilà, il gioco è fatto.

Sono fermamente convinto che in questa guerra culturale mondiale, che dal punto di vista psichico è incommensurabilmente più mortale di tutte le altre, non siano più concepibili troppo sottili distinguo o pregiudizi verso nessuno da chiunque avanzati.

Sono perfettamente consapevole delle differenze di back ground culturale e politico, delle diverse concezioni del mondo che esistono. Ma se l’obbiettivo primario, ORA , è di fermare quella deriva, per me, marxisti o liberali, musulmani o buddisti o cattolici, credento o atei, sostenitori della proprietà privata o collettivisti, Ubeta o Momas o chi volete, non fa differenza a patto di essere d’accordo su poche fondamentali faccende. Il resto lo si vedrà poi, se un poi continuerà ad esistere.

A. Ermini su Uominibeta.org

PS.  Date una lettura al documento della sezione europea dell’OMS sull’educazione sessuale a scuola. E’ estremamente significativo in tutti i sensi.

Dalle concezioni che sottende, alla strategia comunicativa che dissimula tutt’altro sotto alcune belle e condivisibili espressioni di rispetto per le culture e la diversità.

E attenzione alle ricadute pratiche, come in Svizzera, dove è stato predisposto un kit con tanto di peni finti e vagine destinato ad essere usato dai bambini a scuola.

A me pare che alla follia non ci sia fine. Il fatto è però che non è follia ma lucido disegno. Follia sarà quella che catturerà coloro che credono di liberare in questo modo gli individui e il mondo, quando si accorgeranno a cosa hanno dato il loro entusiastico sostegno.

Dovessi rimanere solo, non sarò mai e poi mai fra costoro.

(Quota)  (Replica)


Segnali debolissimi dal fondo cosmico

03/02/2014

Incastrato? Colpa sua!

Sentenza 3650 della Corte d’appello di Napoli, sezione civile IV bis. Dep. 21/10/2013

Qui l’articolo citato

Doveva pensarci prima! Lui.

Questo lo sapevamo. E’ così in tutto l’Occidente. I maschi stessi hanno approvato leggi ed emesso sentenze da sempre in questo senso e senza eccezioni, ciò sulla base del seguente principio, qui assunto in modo esplicito a motivazione della sentenza: ” …l’uomo, portatore di un così forte e intenso desiderio di non procreare, ha la capacità cognitiva e la possibilità di prendere le necessarie misure idonee a evitare le indesiderate conseguenze delle sue azioni”.

Può sempre pensarci dopo! Lei.

Ma non la donna, ovviamente. Essa può  infatti “evitare le indesiderate conseguenze delle sue azioni” anche dopo e in più modi (aborto, parto anonimo, infanticidio).  Lei può pentirsi, ripensarci, e comunque rimediare, come se non avesse “…la capacità cognitiva e la possibilità di prendere le necessarie misure idonee a evitare le indesiderate conseguenze delle sue azioni.” Lei sola può, giacché non risponde delle sue azioni. E questo pure lo sappiamo bene.

Frode premiata

Sappiamo anche bene che la combinazione dei due fattori porta al seguente prodotto: che Lei può frodare il partner in perfetta malafede e incastrarlo per sempre imponendogli ciò che egli rifiuta. Ne ha tutto il diritto. E’ la ben nota parità in versione femminista resa legge e giurisprudenza materiale dai maschi a proprio danno.

Eppure…

Eppure in questa sentenza non tutto è buio, pur se quasi impercettibili, vi sono dei riverberi di luce. Fotoni dal buio delle profondità cosmiche.

Anzitutto c’è una sentenza perché vi fu un uomo che avviò una causa. Un uomo che osò pensare di avere dei diritti, o di poterli avere o quantomeno di poter sollevare finalmente la questione in un tribunale. Di accendere una miccia. Non è cosa da poco.  Che io sappia non ci sono precedenti in tal senso.

In secondo luogo c’è il fatto che un grosso quotidiano ha ripreso la notizia, pescandola dalla cronaca giudiziaria vecchia di mesi, e che la presentazione ed il commento conclusivo lasciano intravvedere un vago sentimento di simpatia per il malcapitato. Per la propria condizione.
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microgalax
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Non è molto. Un paio di cerini accesi ai confini dell’universo.
Però son segnali positivi che prefigurano un futuro luminoso. Basta pazientare un pochino. Si sa, abbiamo a che fare con tempi cosmologici.  Qualche miliardo di anni.
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Qui invece un link ad altra sentenza sull’incastro a danno di un donatore