Corto circuito

18/06/2014

Nel disperato tentativo di darci torto,

finiscono sempre col darci ragione

Un paio di casi.

Massimo Lizzi

è un blogger filofemminista, senza se e senza ma. In alcuni interventi si è occupato del Momas e segnatamente del MUB di Marchi. Di lui va detto questo, che a differenza di quasi tutti gli altri,  nella sua condanna del Momas non si è limitato alle insinuazioni e al dileggio, ma ha fatto lo sforzo di portare delle argomentazioni. Alcune delle quali sottili e ben articolate: accattivanti persino e capaci quasi di convincere (e convertire) anche il più radicale, ottuso e pervicace degli antifemministi (anche me!).  Una rarità.  Ci tornerò.

Qui segnalo che ad onta della sua sottigliezza ha finito, come sempre accade, col regalarci l’ennesima prova della natura intrinsecamente contraddittoria e perciò mistificatrice della Narrazione Femminista e ciò in modo tanto ingenuo da poterla sventolare così com’è, senza ritocchi: nuda-&-vestita.

Per la GNF tutto ciò che le FF fanno è dovuto a costrizione maschilista. Di qualsiasi ambito e aspetto del comportamento si tratti. Per smentire questa affermazione che smaschera la manipolazione femminista,  il Lizzi non trova di meglio che… usarla per significare che …l’oppressione maschilista si esercita appunto sia nel costringerle al denudamento che al burka e pubblica la seguente vignetta chiarificatrice.

nudeburka

 

Stefano Ciccone

è uno dei fondatori e uomo di punta di Maschile Plurale. Nel suo libro Essere maschi – Tra potere e libertà (Rosenberg&Sellier)  riporta anche un articolo della home di U3000, dove si denuncia il male-bashing universale. Lo fa per canzonare il nostro vittimismo, nel senso che il pestaggio morale antimaschile sarebbe una nostra invenzione, frutto di una proiezione paranoica di maschi entrati in crisi di identità (a causa della perdita del potere, ovvio).

Per significare appunto che il male-bashing non esiste, pubblica nel sito di MP questo bel diorama di uomini che “lavorano”.

maschiparassiti

 

Da quando son nato, sono caduti sul lavoro 115.000 maschi

Un rispettoso e silenzioso grazie a voi tutti, caduti, mutilati, invalidi, silicotici, morti anzitempo.

Anche a nome di coloro che oggi – preda della corrente – vi deridono.

 


Bacchiddu: lato A, lato B

17/06/2014

Smutandamento

Bacchiddunuda

Paola Bacchiddu si è smutandata in campagna elettorale. Ha motivato il suo gesto invero originale e trasgressivo (rivoluzionario) affermando che:

1- Non c’è altro modo per una donna per attirare l’attenzione (a causa della minorazione sociale cui sono sottoposte le DD e della cultura della donna-oggetto di natura patriarcale, maschilista, misogina, etc.).

2- Ha esercitato il suo pieno diritto (conquistato dalle dure lotte femministe) a mostrarsi vestita-svestita a piacimento perché il corpo è suo e ne fa quel che le pare.

LATO A

Ha fatto ciò che voleva in quanto costretta a volerlo dal maschilismo imperante che è stato sconfitto dal femminismo libertario e liberatorio che oggi si scontra con il residuale e vincente moralismo patriarcale sconfitto in quanto il corpo è suo e lo gestisce lei contro la forclusione dell’autonomia femminile coartata  dalla misoginia che la costringe a fare ciò che farebbe avverso la violazione della sua volontà di desiderare ciò che desidera in opposizione al suo desiderio di volere ciò che non vorrebbe  se la sua autodeterminazione eterodiretta non fosse repressa dalla volontà maschilista di violare la schiavitù della falsa pseudo libertà sostanziale di cui va  orgogliosamente fiera ad onta dell’ipertelia condizionante del panopticon misogino sul corpo femminile liberato. Amen.

LATO B

1- Ha raccontato la fandonia della Donna sfruttata (Vittima del Carnefice)

2- Ha celebrato la Donna Liberata contro la volontà repressiva maschile (Vittoria sul Carnefice)

3- Ha speculato sugli ormoni maschili (Legittima contro-violenza sul Carnefice)

Brava.