Lode con encomio

Saluto a Cesare

pronunciato nella Chiesa di S. Gaudenzio

in Mompiano di Brescia sabato 7 febbraio 2015

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Caro Cesare,

siamo qui stretti intorno a te e ci stringiamo tra noi in un caldissimo abbraccio di confortante affetto, commossi al pensiero di ciò che per ciascuno ha rappresentato il fortunato incontro con te, con l’insieme delle tue qualità del tutto fuori dell’ordinario.

Le vogliamo ricordare ora, non certo a te che le possedesti, ma direttamente a noi stessi quale felice riconoscenza per il dono ricevuto. Tutto ciò che si può dire di esse va posto al superlativo. Non si può fare altrimenti.

Animato da una fede cristallina nel valore metafisico degli umani e della vita, hai incarnato l’umanesimo cristiano, diventando un operatore del bene, proiettato senza calcoli al di fuori e al di là di te stesso. Ti sei pensato strumento di Dio per la realizzazione di un’opera, di cento opere.

Al servizio di quel fine hai posto un’intelligenza luminosa, una intuitività psicologica geniale, una cultura profondissima, una riflessione ininterrotta.

A quel fine l’indomito coraggio, l’entusiasmo trascinante e quell’energia inesauribile scaturente da una fonte per noi davvero misteriosa.

A quel fine la dimenticanza delle ferite, la lontananza dalle gelosie, la distanza da ogni utilitarismo.

Così, col dimenticare te stesso, hai superato prove durissime, raccogliendo invece lungo la via le sofferenze, le difficoltà, i mali di chiunque ti avvicinasse. Spezzando catene, sciogliendo nodi, liberando energie.

Amico fedele, hai tessuto reti di affetti e legami intellettuali in ogni direzione, sollecitandoci – con l’esempio trascinatore – a volerci bene, a stare insieme oltre ogni divisione.

Organizzatore infaticabile, hai agito senza ostentazioni, lasciando agli altri la ribalta, giacché, dovendo scegliere tra materia e spirito, hai sempre optato per il secondo.

Ora, se il genio è un microcosmo, che nella limitatezza dell’individualità accoglie e abbraccia il mondo intero nella volontà di comprendere e nello slancio generoso di donare, non è forse questo il tuo ritratto?

Animato da quell’Eroico Furore che innalza alcuni uomini al di sopra della media, hai coniugato il verbo “dare” in tutti i modi e in tutte le forme: qualcuno è mai riuscito a darti più di quanto ricevesse?

Creatura spirituale, hai usato la vita come opportunità per generare e di nuovo creare, nella proiezione esclusiva verso gli altri e verso l’Alto, nella dimensione immateriale, dove – come ricordava il Maestro – i ladri non rubano e la ruggine non corrode.

Hai scelto bene, per questo la tua assenza è solo apparente. Sei con noi nell’unica dimensione che vale, l’unica che non perisce, la sola incorruttibile: lo Spirito immortale.

Il tuo grande cuore è stato un dono per tutti noi che, nella sofferenza di questo giorno, ci rallegriamo tuttavia al pensiero di averti incontrato, conosciuto, frequentato. Un dono celeste.

A te grande Cesare, amatissimo fratello nostro, un grazie senza fine.

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