Mantenuti o sfruttati?
La domanda è lecita se si osa applicare ai maschi quel che da sempre si applica alle femmine, le quali, se e in quanto casalinghe, vengono da sempre compiante come segregate e sfruttate dal maschio battifiacca e parassita.
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Come si potrà dire di essi che …lavorano senza retribuzione, novelli schiavi reclusi tra le mura domestiche, agli ordini della Padrona che, a fine mese, sbatte lo stipendio sul tavolo gridando: ” Sono io che vi do da mangiare qua! Qui comando io!”
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Vuoi vedere che questa volta, giacché le parti sono invertite, deve essere rovesciato anche il giudizio e perciò si debba dedurne che sono mantenuti, garantiti e protetti? Che non sono schiavi ma redditieri?
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Sì: questa è l’interpretazione corretta. A parti invertite va invertito il giudizio. Vedi qui per averne lumi.
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Ne è passato di tempo da quando il coraggioso Fiorenzo Bresciani promosse la nascita dell’ASUC. Erano quattro gatti. Pionieri.
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Ora il fenomeno sta diventando di massa ed è ragionevole porsi qualche domanda. Questa per prima: data l’equazione dei sessi (f=100 m=50) quale può essere il prestigio, il valore di un uomo per la partner che al 100 biologico somma quel 50 che dovrebbe invece accreditarsi lui?
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Domanda cruda, che evoca una risposta amara, cinica e dissolutrice. Potenzialmente devastante. Tanto che – a suo tempo – non osai porla al simpatico Fiorenzo.
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Un uomo che guadagna quanto la partner vale la metà di lei, se guadagna meno di lei vale ancor meno. Se non guadagna niente non vale niente.
Non è colpa mia. E’ Darwin.
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Certo… sarebbe bello se il mondo fosse diverso da come è. Invece…