Permessi di paternità obbligatori
la polpetta avvelenata
dell’ubbidienza degradante
Non ci si azzardi ad obiettare qui con la subdola, vile e beffarda domandina: “Cosa c’è di male se un uomo cambia i pannolini e somministra le pappe…?!”. Perché non è una domanda. E’ un’insinuazione.
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Non ci si azzardi a mescolare le carte, a giocare sporco inquinando la micidiale trasparenza del fatto che: i permessi di paternità obbligatoria sono una proditoria imposizione femminista, una prevaricazione moralmente indegna ma degna di Colei che impone, qui come altrove manu militari, quale dovere ciò che per lei è stato ed è un diritto, come obbligo ciò che per lei è facoltà.
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Di Colei che, giustamente, rifiuta ogni imposizione e subito corre ad imporsi, respinge ogni invasione e subito invade il territorio altrui. Rifiuta l’obbedienza ed esige subordinazione. Non vuole piegare la testa – e fa bene – e all’istante punta la pistola alla nuca del nemico. La pistola del Bene.
Ecco perché i permessi di paternità obbligatori vanno rifiutati: perché sono una polpetta avvelenata. Lo scopo è ben altro da quello dichiarato, è l’imposizione della Sua Volontà sopra quella del nemico, è la coartazione della psiche maschile. E’ un nuovo oltraggio, non certo perché cambiare i pupi sia umiliante ma perché degradante è l’ubbidienza.
E devastante è quella di cui devi negare l’esistenza.
Che poi il padre accudente non possa – oggi – essere altro che un mammo (patetica entità di serie B) non dipende da ciò che si fa in casa, ma dai rapporti di potere interni: potere totale di F, ridicola impotenza di M.
Non uomini-padri che scelgono come persone libere e coscienti. Questo non è accettabile. Ben altro lo è oggi. Buono, lodabile e celebrabile è il maschio che finge di volere liberamente ciò che liberamente non può: il mammo coatto.
L’uomo degradato dall’imposizione imperial-femminista. L’uomo a brandelli.
Permessi di paternità obbligatori: una proposta che non si può rifiutare. Per questo va rifiutata.
Bell’articolo ma manca un filino di concretezza, e mi permetto di aggiungerla:
Sono una polpetta avvelenata perché OVVIAMENTE si potrà licenziare il lavoratore uomo. Sarà abbastanza difficile che accada a seguito di soli 10 giorni, ma di sicuro diventerà pratica comune se diventano ancora di più.
La Cassazione ha già stabilito che il lavoratore uomo che si sposa, a differenza della lavoratrice femmina che si sposa, può essere licenziato perché solo la maternità è tutelata in Costituzione.
E’ così.
Ma chi osa opporvisi?
Chi ha mai osato farlo?
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Osserviamo impotenti da decenni questo schianto degli UU.
Questo degrado senza fine.
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Ecco perché i permessi di paternità obbligatori vanno rifiutati: perché sono una polpetta avvelenata. Lo scopo è ben altro da quello dichiarato, è l’imposizione della Sua Volontà sopra quella del nemico, è la coartazione della psiche maschile. E’ un nuovo oltraggio, non perché cambiare i pupi sia umiliante (io l’ho fatto) ma perché degradante è l’ubbidienza.
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E’ così, nella maniera più assoluta.