Le regole delle Regole
…fatte a pezzi “ancheggiando”
A nord di questo nord, nelle alte terre dolomitiche, esistono da 800 anni le c.d. Regole. Proprietà collettive su boschi, prati, pascoli, fonti, cave. Denominate ex lege “Comunioni Familiari”, sono una tipologia di Usi Civici, diritti reali inalienabili delle comunità locali, trasmesse alle generazioni secondo la linea maschile a determinate condizioni, un poco diverse da luogo a luogo.
Un cespite della comunità al servizio della comunità.
I Regolieri sono da sempre maschi (*), perciò certo non vi stupirete nel sapere che contrro questa sacrosanta istituzione è in atto da alcuni decenni una guerra acrimoniosa da parte delle femministe nostrane, a colpi di “anche”.
Anche le femmine, finalmente, debbono avere il diritto di diventare regolieresse.
Non vi stupirete nemmeno nell’apprendere che contro l’offensiva femminista i Regolieri non hanno saputo far di meglio che balbettare. Del resto, quando qualcuna ti spara una raffica di “anche” tu cosa fai? Resisti un pochino farfugliando scemenze e poi cedi.
Il primo cedimento data pochi anni (**) e questo ovviamente diede la stura all’assalto immediato delle aspiranti regolieresse delle altre comunità. In questi giorni anche la Regola di S. Pietro di Cadore si è arresa. Cortina finge di resistere, ma ormai è alle corde.
Nessuno ha opposto a questa invasione la verità semplice e liquidatoria che i maschi Regolieri non erano e non sono là per un diritto ma per un dovere. Non ci sono diritti nelle Regole, solo doveri. Primo dei quali mantenere le radici in quella comunità. Trovarsi una moglie che accetti di restarci e poi vivere, convivere e condividere le sorti della comunità stessa.
Le Regole non sono state inventate e conservate per la gloria, la visibilità, il potere dei maschi sfruttatori e sciovinisti. I Regolieri non sono i padroni delle Regole, ne sono i servitori.
Tu pensi che le femministe vogliano entrarci per mettersi al servizio delle Regole e perciò della comunità? Che queste laureatine della classe agiata, dalle unghie perfette, follower di Clio Make-Up, siano “uscite dai fornelli” per
assumere dei doveri? Che siano disposte a conservare le radici in quel luogo?
Entrano nelle Regole perché i Regolieri hanno metabolizzato il racconto femminista, secondo il quale da ottocento anni gli uomini al servizio della Regola sarebbero degli usurpatori; per farla breve, dei porci maschi sciovinisti.
Queste maramalde non vanno esplicitamente ad orinare sulle tombe degli avi, ci mancherebbe. Si limitano ad oltraggiarne la memoria, ad infangarne l’opera, a liquidarli tutti come misogini prevaricatori negatori di intangibili diritti, che non furono diritti ma doveri, usurpatori di un potere che non fu potere ma servizio, avidi monopolisti di una visibilità che fu adempimento.
Ancheggiando superbe e rancorose, male-dicendo gli ascendenti e sputando sulla storia dei padri, inglobano trionfanti un’altra colonia nell’Impero dei Diritti. Senza rovinarsi le unghie.
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(*) In realtà a certe condizioni in alcune Regole le donne sono ammesse da sempre.
(**) Costalta di S. Stefano di Cadore – 2016 (s.e.& o.).