Quando gioca la Seleção, la seguono almeno cento milioni in Brasile ed altre decine o centinaia di milioni nel mondo.
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Quando gioca la Seleçãa la segue la centesima parte dei maschi e la millesima delle femmine. In Brasile. E altrove? Chissenefrega altrove della Seleçãa.
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Perciò è sacrosanto che vengano pagate =
Come in Australia e poi ovunque…
I maschi che seguono Neymar in tv e sugli spalti pagheranno anche per Tayla, Andressa, Debinha e via elencando.
Non sai chi siano? Male.
E’ perché sei un porco maschio sciovinista fallocratico, etc.
Come me.
è cosi, nulla da fare. l’evidenza non conta. perché allora non si fanno gare dove le donne si confrontano direttamente con gli uomini? la risposta è semplice , come disse ormai molti anni orsono Silvana Sbardella: perché sarebbe la pietra tombale sullo sport al femminile. Ma niente , la pretesa di essere uguali ma diverse , uguali ma protette , non incontra resistenze , neanche quelle del buon senso e della logica. Il “mercato ” e le sue leggi vanno bene ma anche no, secondo convenienza. Bene quando, ad esempio, si trova ovvio che le modelle , che smuovono un gran business, siano pagate più dei loro colleghi maschi. Non bene negli sport allorché per enorme differenza fisica e di abilità, quelli maschili fanno audience e quindi soldi. allora è discriminazione. perché non pagare , con uguale logica , i calciatori dilettanti come quelli di serie A? si potrebbero fare esempi infimiti, ma la logica la ragione la giustizia si arrendono di fronte al donnismo imperante. e guai a dire le cose come sono. scatta l’accusa di sessismo e maschilismo. amen
Anni fa, per la precisione nel 2004, ebbi una accesa discussione telematica con Franco Arturi, all’epoca vice direttore della Gazzetta dello Sport, il quale seguitava (e tuttora persevera) a confrontare i risultati e i record delle atlete con quelli degli atleti.
Ricordo che si arrabbiò perché gli feci notare che una Federica Pellegrini o una Valentina Vezzali possono esistere sportivamente solo in virtù della separazione dei sessi, pensata e voluta dagli stessi uomini.
Viceversa ci sarebbe un dominio maschile in lungo e in largo.
In merito scrissi dell’altro, sempre su uomini3000.
https://questionemaschile.forumfree.it/?t=13959561&st=30
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silverback
view post Inviato il 28/1/2007, 12:42
Qualche esempio riguardo alla naturale superiorità del sesso maschile rispetto a quello femminile.
Il peso leggero Lucia Rijker, che nella sua categoria ha dominato il mondo della kickboxing femminile conquistando tre titoli differenti dal 1984 al 1994, con un record di 34 vittorie di cui 25 per K.O., un pareggio e nessuna sconfitta* (con le femmine*…), sentendosi invincibile decise di affrontare un uomo, il thailandese Somchai Jaidee, combattente di thai boxe, atleta di secondo livello; all’epoca campione della Nuova Zelanda (categoria pesi leggeri).
L’incontro si fece nella terra natale della suddetta, ad Amsterdam, il 24 ottobre 1993, e fu un tutto esaurito.
Di fronte al pubblico olandese Lucia subì la sua prima sconfitta: un K.O. all’inizio del secondo round, dopo averle buscate nel primo. (*)
Riporto le sue parole, successive al match:
“E’ stata la cosa migliore che mi è successa. Ero molto arrogante ed ero convinta di poterlo battere. Non avevo paura. Mi ha svegliata. Ho capito che la paura è parte del gioco. La paura fa bene. Se non ho paura allora mi preoccupo. Quando si è spaventati l’adrenalina va in circolo e ti rende più veloce, attenta, pericolosa ed esplosiva. Farsi sopraffare dalla paura però non è un bene, occorre mantenere la fiducia in se stessi. Io non provo quel genere di paura”.
Le avessero messo contro il campione del mondo, non avrebbe potuto pronunciare nemmeno queste parole, perché sarebbe morta.
Piaccia o meno, esistono delle differenze sostanziali che devono per forza essere considerate, e che rendono la femmina fisicamente più debole e più vulnerabile dell’uomo.
Le differenze ormonali tra i due sessi fanno sì che l’uomo medio sia superiore alla donna media in caratteristiche fisiche come forza, potenza, velocità, resistenza, peso, altezza, aggressività.
Queste qualità rendono chiaramente l’uomo eterno vincitore nella lotta.
Per compensare in parte tali differenze, la femmina deve fare un allenamento fisico specifico e degli esercizi tecnici precisi, oppure munirsi di un’arma.
La Natura ha voluto così.
Tuttavia, tra le qualità importanti per le arti marziali, la donna supera (in genere) l’uomo in una: la flessibilità (solo quella…).
E il merito è degli estrogeni.
Ma per il resto lasciamo proprio perdere…
Bisogna tenere conto di questi dati per non lasciarsi abbagliare anche da certe esasperazioni cinematografiche, da certi ridicoli film, nei quali, femminucce di 50/55 kg, che non hanno mai messo piede su un ring o un tatami, atterrano con un pugno presunti esperti di boxe, di kung fu o di karate, che tra l’altro sono grossi come armadi (una barzelletta…).
Non faccio riferimento a vere campionesse come Cinthia Rothrock.
Basta vederla in azione per accorgersi che è ben allenata e che i suoi colpi possono veramente far male.
Ma anche in questo caso Cinthia non potrebbe battere con facilità un vero esperto della sua stessa disciplina (e non); piuttosto sarebbe lei a finire K.O.
Il motivo non sta solo nelle differenze fisiche; bisogna aggiungere l’uso di tecniche poco realistiche e non adatte al corpo femminile.
I pugni potenti non sono alla portata della stragrande maggioranza delle femmine, ed inoltre occorre molto tempo per perfezionarli.
Di fatto, salvo nel caso di chi pratica boxe e kickboxing, i pugni sferrati dalle donne di solito non sono devastanti.
E’ più utile allora colpire le zone più sensibili; attaccare agli occhi o alla gola con delle posizioni a mano aperta o semi chiusa; dimenticare i colpi al tronco, preferendo dei punti più morbidi come i genitali o il collo, etc., etc.
(Bruce Lee consigliava alle femmine di scappare, qualora si fossero trovate di fronte un uomo minaccioso, ma tant’è…)
Facciamo qualche altro esempio.
Quanto lancerebbero le donne con i pesi usati dagli uomini?
Per conoscere meglio il fenomeno prendiamo in esame, per ambo i sessi, i primatisti assoluti delle due prove di lancio che più si prestano al confronto, peso e disco, escludendo il giavellotto per le molte modifiche che l’attrezzo ha subìto negli anni, e il martello perché d’istituzione troppo recente.
Com’è noto a chiunque si intenda un po’ di queste cose, per le gare femminili vigono attrezzi più leggeri rispetto a quelli degli uomini: 4 chili anziché 7,26 nel peso, e 1 chilo anziché 2 nel disco.
Nel sistema di punteggio del portoghese Fernando Amado esiste al riguardo una tabella comparativa.
Il primato mondiale della russa Lisovskaya, 22,63 nel 1987, è equiparabile a 16,55 con l’attrezzo maschile, e quello della tedesca Reinsch nel disco, 76,80 nel 1988, vale 51,93. (**)
La diversità dello sviluppo fisico risulta assai bene dalla media altezza/peso fra i 10 migliori di sempre nei due sessi: 1,92 metri per 127 chili gli uomini del peso contro 1,78 per 90 chili delle donne, e 1,95 metri per 118 chili gli uomini del disco contro gli 1,80 metri per 90 chili delle donne.
Il che spiega molto ma non tutto, perché, in ogni caso, anche a parità di peso e di altezza le femmine le buscherebbero di brutto lo stesso.
Fatevene una ragione, care signore e signorine in ascolto, come io mi sono fatto una ragione, tanti anni fa, del fatto che il potere sessuale è femmina anziché maschio.
E se proprio volete prendervela con qualcuno, prendetevela con la Natura, oppure con il Caso, magari con Dio (per chi ci crede).
E, comunque, non è detta l’ultima parola.
Chissà, magari un giorno, qualche mago (maschio…) dell’ingegneria genetica vi renderà forti come i maschi, trasformandovi in… uomini. :alienff:
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(*) Ho la videocassetta, intitolata:”THE MOST DANGEROUS WOMAN ON EARTH” (1996).
(**) PESO UOMINI (kg 7,26): 23,12, R. Barnes (Usa) 1990;
DISCO UOMINI (kg 2): 74,08, J. Schult (Ger. E.) 1986.
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In merito allo sport femminile ricordo che decenni fa ci fu chi teorizzò un congiungimento e addirittura un sorpasso da parte femminile in alcune discipline sportive come la maratona.
Ovviamente nulla di tutto ciò è accaduto.
Al riguardo scrissi qualcosa su uomini3000.
https://questionemaschile.forumfree.it/?t=10050909&st=30
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silverback
view post Inviato il 6/2/2007, 01:48
Riguardo alla questione uomo/donna sono state scritte una montagna di stupidaggini (per usare un eufemismo).
Basti dire che il 4 gennaio 2000, il CORRIERE dello SPORT, pubblicò un articolo di Franco Fava intitolato:
“DONNA, PRONTO LO SBARCO SUL PIANETA UOMO”.
“Nello sport, si assottiglia sempre più il divario tra i due sessi:
tra qualche decennio le atlete potranno competere con i loro colleghi maschi?”.
Per non parlare di tutti i quotidiani (sportivi non) che nel 1988 titolarono:
“La Griffith corre come Ullo”.
Era l’anno in cui la deceduta Florence Griffith stabilì il record mondiale (*) dei 100 metri in 10 secondi e 49.
Poco dopo, a Torino, Antonio Ullo fece lo stesso tempo.
E ancora.
Nel 1992, Brian Whipp e Susan Ward, ricercatori dell’Università di Los Angeles, dalle pagine di Nature profetizzarono i tempi in cui le femmine avrebbero superato gli uomini.
Nella maratona il sorpasso era stato previsto per il 1998…
Non solo.
Nel 1999, pure su Panorama, si sostenne che alcuni record maschili sarebbero crollati alle olimpiadi di Sydney 2000.
Beh, niente di tutto ciò è accaduto.
Ovviamente…
Basti dire che nell’atletica, i record al femminile si sono fermati quando sono cominciati i controlli antidoping a sorpresa (nel 1988). 😉 (Fa eccezione la maratona.)
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Aggiungo dell’altro.
Su CORSA, rivista bimestrale della grande atletica, dell’aprile 2001, fu pubblicato il seguente articolo:
IL VANTAGGIO DI ESSERE DONNA
di Enrico Mariani. (Brevissimamente…)
“Già molti ne sono convinti: arriverà il giorno in cui la
maratona olimpica sarà gara unica e mista. Non solo. La linea del
traguardo sarà tagliata da una vincitrice e non da un vincitore!
Scenari di questo genere non sono poi tanto fantascientifici, se
pensiamo che l’attuale detentrice della miglior prestazione mondiale
potrebbe tranquillamente lottare per il successo in molte gare maschili nazionali”. (…)
E ancora:
“… Nel nuoto, invece, il grasso corporeo permette, entro
certi limiti, di incrementare le doti di galleggiamento e di “acquaticità”.
Ecco perché nelle gare di nuoto la donna ha ormai pressoché affiancato l’uomo, tanto che in piscina le differenze di performance tra i due sessi sono ormai ridotte al minimo, anzi stanno per essere azzerate”. (*)
(*) Il che è assolutamente falso!.
Semmai le femmine hanno avvicinato gli uomini, questo sì, ma non è esattamente la stessa cosa!
Tra l’altro, questo avvicinamento è stato minore su distanze come i 100, i 200 e soprattutto i 400 metri stile libero.
In proposito riporto i record olimpici del 1964/1968 (alcuni erano anche primati mondiali, altri vicinissimi ai tempi record).
Uomini, 100 metri stile libero: 52″2, Michael Wenden, Australia (1968).
Donne, 100 metri stile libero: 59″5, Dawn Fraser, Australia (1964).
Uomini, 200 metri stile libero: 1’55″2, Michael Wenden, Australia (1968).
Donne, 200 metri stile libero: 2’10″5, Debbie Meyer, USA (1968).
Uomini, 400 metri stile libero: 4’09, Michael Burton, USA (1968)
Donne, 400 metri stile libero: 4’31″8, Debbie Meyer, USA (1968).
Anche sui 100 metri rana e i 100 metri farfalla* l’avvicinamento è stato più contenuto.
Uomini: 1’07″7, Donald McKenzie, USA (1968).
Donne: 1’15″8, Djurdica Bjedov, Jugoslavia (1968).
Uomini: 55″9, Douglas Russell, USA (1968).*
Donne: 1’04″7, Sharon Stouder USA (1964).
… etc., etc.
Fonte: enciclopedia UNIVERSO, 1971.
http://it.wikipedia.org/wiki/Record_del_mondo_del_nuoto
P.S. La tedesca Britta Steffen, ovvero l’attuale detentrice del primato mondiale dei 100 metri stile libero, ha suscitato forti sospetti nel suo Paese, pur essendo risultata negativa all’antidoping…
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Per quanto riguarda l’atletica riporto i tempi dei dieci 200 maschili più veloci di sempre.
Tempo – atleta – Anno
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19″32 (+0.4) Johnson (Usa) 1996
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19″63 (+0.4) Carter (Usa) 2006
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19″66 (+1.7) Johnson (Usa) 1996
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19″68 (-0.1) Gay (Usa) 2006
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19″68 (+0.4) Fredericks (Nam) 1996
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19″70 (+0.4) Gay (Usa) 2006
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19″71 (+1.8) Johnson (Usa) 2000
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19″72 (+1.8) Mennea (Ita) 1979
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19″73 (-0.2) Marsh (Usa) 1992
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19″75 (+1.5) Lewis (Usa) 1983
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19″75 (+1.7) DeLoach (Usa) 1988
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Ancora più ridicolo è il fatto che stiamo parlando di nazionali di calcio femminili il cui livello di gioco è inferiore a quello di un under 15 maschile di discreto livello…
Ed infatti è capitato più volte che delle nazionali femminili siano state battute da ragazzini di 15-16 anni.
https://theindependentmanitaly.wordpress.com/2020/09/14/debitinha/
Infatti.
Ancora una volta esplode la contraddizione, come sempre. Si accetta la regola del sistema e la si nega al tempo stesso. Il sistema premia l’audience, perciò i famosi, in tutti i campi, beneficiano di alte gratifiche. Quindi chi non ha seguito (es. giocatori di hockey prato etc. etc. x mille altri sporti) non ha reddito (e nemmeno lo rivendica). Ma in quanto F la regola salta. Vanno remunerate in quanto tali. Nessuno le segue? …chissenefrega…
concordo senza tentennamenti. E sfido chiunque a sostenere che in un sistema che si fonda sull- audience e che tutti indistintamente accettano perche porta tanti soldi, sia giusto pagare allo stesso modo chi fa 100 di audience e chi fa 1.