.
Una femmina, sicuramente carica di ferite da granata, invalida e medagliata al valore, ci suggerisce di ispirarci alle razioni dei soldati per preparare ricettine divertenti, semplici e gustose.
La sovrabbondanza di derrate che gli eserciti hanno sempre garantito ai soldati non solo sul fronte, come è ovvio, ma anche nelle retrovie e persino alle mense dei generali, nonché la varietà, la gradevolezza, la pienezza di gusto, la quantità di calorie, l’appetibilità di quel bendiddio, induce a farvi riferimento per arricchire il ricettario famigliare.
Personalmente suggerisco di ispirarsi alle leccornie dispensateci ai campi estivi in Borgo di Morello (FI) e a Cassano Murge (BA).

Era il 1976. Eravamo in tempo di pace, sì. All’interno del paese, certo, diventato ormai la 5° o 6° potenza economica del mondo. Non avemmo né companatico né pane. Né acqua. Ci si arrangiò con i soldini della deca, facendo o chiedendo prestiti. Mendicando dai villici un po’ di mangime.
Ma la guerriera sa tutto, sa bene come vengono viziati a tavola i soldati, in tempo di guerra. Ignora solo come vengano nutriti in tempo di pace.
Adesso un generale è stato collocato nientemeno che a capo della logistica antivirus.
Qual è l’oltraggio, qual è la beffa?…