Il suicidio del carnefice

30/01/2015

Delitti familiari maschili:

4 su 10 si suicidano

Impotenza totale e dipendenza radicale,

ecco le cause di quelle tragedie

Homo Suic

La pena di morte in Italia esiste, se la infligge direttamente una quota impensabile di assassini di congiunte. Perché i delitti familiari maschili non sono sintomo di potere e di possesso, di dominio e di supremazia, ma di impotenza totale e di dipendenza radicale e irrimediabile

 

Che la causa addotta dal femminismo fosse falsa e manipolatrice lo sapevamo (conosciamo bene la nostra condizione) adesso abbiamo i numeri: 4 su 10 si suicidano (ed un altro  …ci prova).

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DELITTI FAMILIARI OPERATI DAGLI UOMINI

INDAGINE SUL RAPPORTO AUTORI/SUICIDI

 

Nel corso del  2014 ho svolto una ricerca mirata ad accertare la proporzione dei maschi che si suicidano dopo aver compiuto un omicidio contro le donne (di qualsiasi età) loro legate da rapporti familiari formali (coniugi, parenti) o legami affettivi (fidanzate, amanti) o di prossimità domestica (badanti etc.). Mi sono basato sui casi riportati dai media, scandagliando quasi ogni giorno i portali di Corriere, Repubblica e La Stampa, inoltre – ma senza sistematicità  – quelli di altre testate (Il Messaggero, Il Secolo XIX e altre ancora) nonché i quotidiani cartacei in cui mi accadeva di imbattermi (Il Gazzettino, Il Giorno, Il Corriere delle Alpi etc.).

 

Idea e scopo della ricerca

L’idea è nata dall’osservazione che un significativo numero di quei delitti si conclude – stranamente – con il suicidio dell’autore. Il fenomeno incuriosisce, perché non vi è alcun altro ambito in cui gli autori di omicidi finiscano con il suicidarsi, né spesso né raramente. In nessun altro caso gli autori emettono contro se stessi la sentenza capitale e le danno immediata esecuzione. Non si è mai saputo di un mafioso che, compiuto un omicidio o una strage, si sia suicidato. Né di un cecchino, di un assassino di strada o di un mercenario che abbiano fatto lo stesso. Mai.  La percentuale dei suicidi però restava incerta: uno su sei, uno su tre o uno su due?  Bisognava indagare. Certo, tutto sarebbe stato più semplice se l’Italia avesse …un istituto di statistica.

 

Obiezioni

Ho dunque preso come fonte e riferimento i casi emersi alla cronaca sui media a me accessibili. Ciò solleva una serie di obiezioni, che sono però tutte tanto banali e ovvie da essere stucchevoli.

1- I dati sono parziali: è più che ovvio. Ma sono riportati dai media in modo non strutturato né selezionato, né pro né contro le finalità della ricerca,  perciò, ai nostri fini, sono casuali.

2- I dati sono incompleti sia rispetto alla realtà sia rispetto a quelli pubblicati su tutti i media nazionali: altra ovvietà, scontata in partenza (i delitti familiari del 2014 sarebbero non 83 ma 100 ca.  con 110/120 vittime). Ma poiché la questione non è il “quanti” bensì il rapporto delitti/suicidi, anche se questi coprono solamente una parte del tutto, il risultato (cioè la proporzione) non ha motivo di cambiare.

3- Ci sono casi dubbi e incerti. Ovvio. Come valutare un tentato omicidio o un tentato suicidio? Lui voleva veramente ucciderla o no? Voleva veramente suicidarsi o ha finto? Tenta il suicidio e resta in coma: sarà poi morto? Lei è stata ferita gravemente ed è in coma: i giornali non ti fanno sapere se poi si sia salvata o meno. Lui si è suicidato in carcere dopo due mesi. Come computare questi casi?

4- Non sono registrati casi di omicidi familiari compiuti da donne: certo, non era questo lo scopo della ricerca.

5- La ricerca verte su: congiunte uccise da maschi, a prescindere dal tipo di legame, dal come, dal perché e dal contesto, perciò  vi sono incluse anche le donne assassinate insieme a uomini (es. padre e madre uccisi dal figlio).

6- Ad altri quesiti può rispondere ciascuno scorrendo il resoconto dettagliato in calce.

7- Lascio altre osservazioni al futuro (es. si noti come qualcuno si suicidi prima del delitto…)

 

 

Confronti

Il risultato è in linea con due ricerche diverse. Una indicatami da S. G. Sangas  relativa alla Spagna, fondata su dati governativi. Là il  rapporto delitti familiari maschili /suicidi oscilla dal 35 al 45 % in relazione agli anni considerati ed alle modalità di rilevazione. L’altra fonte di confronto è rinvenibile nel sito “delittifamiliari.it” http://www.delittifamiliari.it/951/resoconto-delittifamiliari-anno-2014/ cui rimando direttamente. Qui il dato dei suicidi non è disaggregato, come a noi servirebbe, ma non è difficile ricavarlo. Resta però da verificare – e sarebbe interessante – se il numero delle donne assassine di uomini manifesti un rapporto autrici/suicide dello stesso livello di quello autori/suicidi.

 

I numeri e la percentuale indicata

Anno 2014 – casi rilevati sui media sopracitati: 83 =A,   suicidi 33=B,  tentati suicidi 8, realizzati e tentati 41=C.  Percentuali: B/A: 39,7 %  – C/A 49,4 %. La percentuale che ho esposto nella titolazione (4 su 10) è la prima (la più bassa) e include bensì i tentati omicidi contro le donne, ma esclude i tentati suicidi degli autori, la scelta non è perciò a favore, ma a danno della mia tesi.

 

Belluno 27/1/2015   – Rino Della Vecchia

 

 

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2 gen. –    Milano (in una clinica): uccide la moglie e si suicida  -1

5 gen. –    Torino – Caselle: uccide due donne e un uomo

17 gen. –  Firenze – Campi Bisenzio:  uccide moglie e figlio e si suicida – 2

26 gen. –   Milano – Brugherio: uccide la moglie e si suicida – 3

3 febb. –   Avellino: uccide la moglie e si suicida – 4

4 febb. –   Roma – Casalbernacchi: ferisce gravemente la moglie (in coma, esito ignoto)

4 febb. –   Padova – Montagnana: 81enne uccide la moglie e si impicca  – 5

12 febb. –   Milano: uccide la compagna

12 febb. –   Milano – Giussano: uccide figlia di 2 anni e figlio di 8 – tenta il suicidio – 6

17 febb. –   Uccide padre e madre (luogo non annotato)

24 febb. –   Treviso: getta la madre dal balcone

25 febb. –   Milano- Pontigliate: anziano uccide la moglie malata e si suicida – 7

28 febb. –   Roma  – Morena – Ciampino:  76enne uccide la moglie malata e si suicida – 8

2 marz. –   Como – Mozzate: uccide la fidanzata

3 marz. –   Milano – S. Siro: uccide la moglie e si suicida  -9

4 marz. –   Milano – Giambellino: uccide partner e figlio di 3 anni

7 marz. –   Frosinone: lancia dal balcone la compagna

8 marz. –   Vigevano: uccide la partner

8 marz. –   Gualdo Tadino: uccide la moglie e tenta il suicidio – 10

10 marz. –   Salerno: ferisce gravemente due donne (esito ignoto) e si spara – 11

16 marz. –   Roma loc. Segni: uccide moglie a martellate

21 marz. –   Uccide moglie malata di Alzheimer (luogo non annotato)

31 marz. –   Livorno: 82enne uccide la moglie e tenta il suicidio – 12

1 aprile –   Milano – Segrate e poi Bergamo: uccide un collega,  la propria moglie e si suicida – 13

7 aprile –   Catania: strangola la moglie e tenta il suicidio con pastiglie – 14

9 aprile –   Roma Trionfale: uccide figlio disabile e moglie

14 aprile –   Terni: uccide la moglie

27 aprile –   Pescara: si suicida in auto con la figlia – 15

5 magg. –   Firenze: donna trovata uccisa legata nuda (con ipotesi di omicidio parentale)

6 magg. –   Cuneo: uccide la moglie

6 magg. –   Uccide moglie (luogo non annotato)

16 magg. –  Torino Santhià: 25enne uccide madre e nonni

1° giug. –   Pisa: uccide la moglie

9° giug. –   Novara: uccide la moglie e si suicida – 16

1° giug. –   Busto Arsizio: uccide la zia 85enne

10 giug. –   Treviso – Ponzano V.: litiga violentemente con la moglie (esito ignoto) e si suicida -17

15 giug. –  Pavia: sgozza moglie e 2 figli

16 giug. –  Ragusa: uccide la moglie

16 giug. –  Pietra Ligure: uccide la moglie a calci

17 giug. –   Rovigo – Castelmassa: litiga con moglie (esito ignoto) e si suicida – 18

22 giug. –   Novara: litiga con moglie (esito ignoto), minaccia il suicido e si suicida – 19

23 giug. –   Siena: uccide la moglie  e si suicida – 20

5 lug. – Padova – Saonara: uccide la sorella consenziente e si suicida – 21

6 lug. – Perugia: spara alla ex, a una sua amica e al figlio di 3 anni e si suicida – 22

14 lug. – Collegno: accoltella gravemente la  moglie (esito ignoto) e si getta sotto il treno – 23

8 ago.  –  Fiumicino: uccide la  moglie, ferisce figlio e tenta il suicidio (gravi condizioni, esito ignoto) – 24

9 ago. – Como: soffoca la madre

9 ago. – Potenza: uccide moglie e figli e si suicida – 25

11 ago. – Sassari: uccide la madre

14 ago. –   Perugia: ferisce la moglie (che morirà dopo un mese) e si suicida – 26

14 ago. –   La Spezia  – Sarzana: uccide la moglie

15 ago. –   Mugello – Lago del Bilancino: investendola uccide la fidanzata e si impicca – 27

17 ago. –   Ancona: uccide la figlia di 18 mesi

18 ago. – Reggio C. – Monasterace: spara alla moglie

22 ago. – Catania: uccide una figlia, ne ferisce un’altra gravemente e tenta il suicidio – 28

24 ago. –   Roma: decapita la badante, poi viene abbattuto dalla polizia

25 ago. –   Nuoro – Oliena: spara alla moglie e si suicida – 29

26 ago. – Pisa: uccide la moglie e si impicca – 30

8 sett. – Palermo: uccide la moglie

9 sett. – Alatri:  uccide la moglie e tenta il suicidio – 31

15 sett. – Fa a pezzi la badante (luogo non annotato)

16 sett. – Milano: si getta dal 7° piano trascinando con sé la fidanzata – 32

17 sett. – Roma – Tor Bella Monaca: uccide compagna mentre pulisce le pistole (falso incidente?)

17 sett. – Tortona; 73enne spara alla sorella

21 sett. – Torino: accoltella la moglie

23 sett. – Viterbo: accoltella la convivente

23 sett. –  Brescia: uccide la moglie

25 sett. –  Genova: accoltella la moglie

27 sett. –  Roma, sede Inps: uccide la moglie e il suo amante

3 ott. –  Ivrea: uccide e seppellisce la moglie in cantina, dopo un mese si suicida – 33

4 ott. –  Cattolica: uccide la moglie e poi fa harakiri – 34

8 ott. –  Agrigento: uccide la fidanzata, la madre di lei e si suicida – 35

14 nov. – Latina: uccide la moglie e si suicida –  36

26 nov. – Bologna: 80enne spara alla moglie

26 nov. – Roma: 40enne spara alla moglie

30 nov. – Salerno: preannuncia su FB e a seguire accoltella la moglie

2 dic. – Treviso: uccide moglie e figlio e si impicca – 37

4 dic. – Agrigento: uccide la fidanzata

9 dic. – Ancona – Numana: uccide moglie e figlio e si suicida – 38

10 dic. – Rapallo: uccide moglie e poi si getta dal balcone con il figlio – 39

16 dic. – Nuoro – Orosei: uccide moglie col machete e tenta il suicidio – 40

18 dic. – Lecce: dà fuoco alla partner

23 dic. – Verona – Isola della Scala: tenta di uccidere moglie e figlio e si suicida – 41

 

Casi 83  – Con suicidi: 33, con tentati suicidi 8:  tot.  41


Amnesty rettifica ma non si pente

27/07/2010
Dopo aver assunto con acritica cecità e contribuito a propagandare la menzogna galattica da cui poi ha preso le distanze, l’associazione,  da sempre scrupolosissima nelle indagini e nella documentazione delle sue sacrosante denunce, non ha però avuto il coraggio di scusarsene.

D’altra parte, in questo caso, colpiti dai dati infamanti (che alimentano la misandria) sono gli uomini.  E bisogna riconoscere che è imbarazzante scusarsi di qualcosa di fronte ad essi.

Quella forza che trascinò Amnesty nell’errore è la stessa che tuttora le impedisce di chiedere scusa apertis verbis.

La natura e l’origine di quella forza ci sono ben note.

RDV
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Amnesty International ammette che la violenza domestica non è la prima causa di morte per le donne: comunicato di Amnesty International

(http://asiapacific.amnesty.org/library/index/engACT770012004)

ERRATA CORRIGE

La campagna globale di Amnesty International contro la violenza sulle donne ha fatto uso dell’affermazione, attribuita al Consiglio Europeo, secondo cui:

“la violenza domestica è la prima causa di morte e disabilità per le donne fra i 16 ed i 44 anni e causa più morti e malattie del cancro e degli incidenti stradali”. Questa affermazione non corrisponde ai dati cui si riferisce.

Viene quindi cancellata dal materiale di A.I., per venire rimpiazzata dalla frase seguente:

“Secondo uno studio del 1994 basato su dati di una proiezione della Banca Mondiale, fra le 10 cause e fattori di rischio considerati per la morte e la disabilità di donne fra i 15 ed i 44 anni, lo stupro e la violenza domestica erano cause maggiori del cancro, incidenti di veicoli a motore, guerre e malaria.” [Lori L. Heise, Jacqueline Pitanguy e Adrienne Germain, 1994, Violence against Women: The Hidden Health Burden (World Bank Discussion Paper 255), World Bank].

La frase usata da A. I. è dovuta al Consiglio Europeo, raccomandazione 1582 del 27/9/2002  che a sua volta è senza referenza.  Questa frase e varianti simili sono state usate da vari gruppi nel mondo: organizzazioni femministe, organizzazioni di salute pubblica, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti.  È stata variamente attribuita alla Banca Mondiale, all’Organizzazione Mondiale per la Sanità, da A.I., e dal Consiglio Europeo.

La fonte originale di questa affermazione sbagliata è: Lori L. Heise, Jacqueline Pitanguy e Adrienne Germani.

Amnesty International  5 Marzo 2004


Il male x 1000

09/11/2009

Sul Corriere del 24 agosto 2008, si legge un intervento di Claudio Magris titolato “Il gusto dei massacri gonfiati”.  Là egli registra e biasima duramente la consolidata prassi (attivata da gruppi, etnie, razze, religioni, partiti, stati etc.) di gonfiare le cifre dei delitti patiti sino all’inverosimile, sforando senza scrupoli e senza tema del ridicolo (e della smentita) il limite del possibile e dell’immaginabile.

Massacri3

Prende spunto da letture adolescenziali nelle quali il numero dei cristiani eliminati dagli imperatori romani era gonfiato a dismisura sino a raggiungere i milioni di morti, e commenta:

“Quel che colpiva già allora, in quell’opuscolo, era la palese soddisfazione con la quale l’autore faceva queste cifre abnormi; si capiva che era, più o meno incosciamente, contento che quei martiri fossero tanti, e che sarebbe stato quasi dispiaciuto se fossero stati pochi, perché un numero più modesto avrebbe indebolito la forza della denuncia e reso più modesto il conto da presentare ai colpevoli, ovvero ai loro lontani discendenti”. … “Da alcuni anni un atteggimento simile dilaga … ed è sempre più intollerabile nella sua velenosa e blasfema utilizzazione a fini politici, dei morti e delle vittime di tragici e bestiali massacri. A seconda della posizione ideologica di chi parla, si aggiunge con disinvoltura uno zero alle cifre dei caduti per mano fascista o comunista…”.

Aggiunge poi altri esempi: gli zingari, i kukali, i neri, gli indios etc. e prosegue: “E’ un atteggiamento stupido e malvagio, un fazioso risentimento, bramoso di rimettere in moto quel meccanismo di odio e di morte”.

Analisi encomiabile, benché ne resti fuori il conflitto dei sessi, cui egli neppure fa cenno. Eppure, nel caso di questa guerra, alle cifre dei delitti maschili vengono aggiunti non uno, ma due o anche tre zeri, fino a che cento diventa centomila.

Quel che conta qui è ovviamente l’effetto/scopo del processo: quello indicato da Magris, benché da lui riferito ad altri conflitti: mettere in moto le dinamiche dell’odio contro le generazioni presenti e future del gruppo “colpevole”.

In questo senso allora non si può più parlare di un procedimento stupido o di un errore, ma di un efficacissimo strumento.

La vittimizzazione (con la correlata criminalizzazione del “nemico”) non è un processo innocuo, una stupidata: è un’arma.

Nelle relazioni tra i sessi però, il processo è assai più efficace che in ogni altro, in forza dei profondissimi intrecci e legami psicoemotivi che intercorrono tra i Due fin dai primordi della vita individuale e della stessa specie umana. E proprio qui, nella dimensione ipersensibile a quelle dinamiche, proprio qui le cifre esplodono e il processo diventa universale.

Il male moltiplicato per mille ha uno scopo.  Inconfessabile.

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“La violenza maschile è la prima causa di morte per le donne!”
140 contro 280.000
“Muoiono più donne per mano maschile che per qualsiasi altra causa nella fascia 15-59!”:
105 contro 18.700
“Ne uccidono di più i maschi che il cancro!”
140 contro 70.000
“Ne muoiono più per la violenza domestica che qualsiasi altra causa!”
90 contro 280.000
“Ne uccidono di più i maschi che non il cancro nella fascia 15-59!”
105 contro 12.300
“Ne uccide più l’ “amore” del tumore!”
90 contro 70.000

RDV